A etichettare emotivamente la missiva inviata a Montale il 20 settembre 1926 è lo stesso Svevo.
Si tratta di questioni di coscienza: Enrico Somarè si è proposto per una riedizione di Senilità e Svevo si è offerto a sua volta di coprire parte delle spese editoriali. Segue silenzio di Somarè. Svevo teme di averlo offeso, avendo chiesto consiglio a riguardo a Montale.
Il grafo sottostante rileva la temperatura emotiva della lettera, evidenziando le parole pertinenti la rabbia confessata dallo scrittore.