L’ “Adotajejojade” di Trieste

I tre fratelli Schmitz dettero vita ad un giornalino intitolato “L’Adotajejojade di Trieste”, titolo tratto dai diminutivi dei tre giovani: Ado (Adolfo), Tajé (Ettore), Ejo (Elio). Il titolo completo del giornale è ancora più improbabile: “Giornale Quotidiano. Organo pan-slavista (quando si cena) turco-fila (in caso diverso)”.
Il piccolo bollettino familiare degli Schmitz si ispirava ai giornali per ragazzi umoristici e satirici triestini come: “El Dindio”, “L’oca”, il “Babau. Spauracchio dei bimbi triestini” e “L’inevitabile”, dal quale riprendono il motto: “Laboremus”.
De “L’Adotajejojade” è rimasta una sola copia manoscritta, datata 12 ottobre 1879, nella quale si legge un divertente racconto sulla scomparsa di un cane di nome Ettore:
Fu perduto un cane (ciccio) che risponde al nome di Ettore. Siccome questo cane è assai pigro e dorme volentieri al sole, sarà facile trovarlo nelle adiacenze dell’Acquedotto. L’onesto trovatore che lo riporterà in Via dell’Acquedotto n. 10, 1° piano, riceverà una mancia. In caso lo si trovasse dormendo si prega di non svegliarlo.
– ADOLFO, ETTORE, ELIO SCHMITZ, Fu perduto un cane (ciccio) che risponde al nome di Ettore. in “L’Adotajejojade di Trieste”, 12 ottobre 1879 –