La Libreria Antiquaria

Nel 1919 Saba acquistò per 4.000 Lire una piccola libreria di volumi usati da Giuseppe Mayländer in via San Nicolò a Trieste. La libreria conteneva 28000 libri usati e la prima intenzione di Saba era quella di liberare lo spazio e rivendere tutto ad un prezzo più alto. Non rivenderà mai la libreria, perché ne rimarrà affascinato e se ne occuperà per ben 35 anni fino al 1943, quando dovette lasciare Trieste a causa delle leggi razziali contro gli ebrei. La libreria fu ceduta al suo dipendente Carlo Cerne (Carletto), che aveva assunto nel 1924 e che continuò l’attività dopo la morte del poeta, lasciando poi la libreria al figlio.

La Libreria Antiquaria di Umberto Saba, in Via San Nicolò
La Libreria Antiquaria di Umberto Saba, in Via San Nicolò 30

La libreria divenne il punto d’incontro per gli intellettuali triestini e non del tempo, fra i quali Svevo, Stuparich, Giotti, Carlo Levi, Comisso e Joyce.

Mi piacerebbe, adesso che sono vecchio, dipingere con tranquilla innocenza il mondo meraviglioso. E, fra le altre cose, la mia oscura bottega di Via San Nicolò 30 a Trieste; quella che, quando l’amava e passava volentieri fra le sue pareti le sue ore d’ozio, il mio amico Nello Stock chiamava, non senza qualche buona ragione,«la bottega dei miracoli».
Passando una mattina del 1919 per Via San Nicolò, vidi, o notai per la prima volta, quell’antro oscuro. Pensai: «Se il mio destino fosse di passare là dentro la mia vita, quale tristezza». Era – senza che io ancora lo sapessi – un monito o un presagio.
Pochi giorni dopo infatti l’acquistai dal suo vecchio proprietario, Giuseppe Maylàender. L’acquistai con l’intenzione di buttare nell’Adriatico tutti quei vecchi libri che conteneva, e rivenderla vuota a un prezzo maggiore. Ma dopo pochi giorni, non ebbi più il coraggio di attuare il primo progetto; quei vecchi libri – nessuno dei quali m’interessava per il contenuto – mi avevano incantato. Cercavo anche una sistemazione per la mia vita.
– UMBERTO SABA, Storia di una libreria, 1948 –

Saba e Carletto nella Libreria Antiquaria
Saba e Carletto nella Libreria Antiquaria

Saba chiamava la sua libreria, il suo antro funesto, che assicurò al poeta una modesta, ma sicura indipendenza economica, e la tranquillità che gli permise di scrivere le sue più belle poesie.

E’ stato così che ho passato in quell’antro oscuro la metà circa della mia vita. La passai in parte male e in parte bene, come l’avrei – è probabile – passata in qualunque altro ambiente. Ma la bottega di Via San Nicolò ebbe un grande merito, rappresentò per me, per tutti gli anni che durò il fascismo, un rifugio abbastanza al riparo dagli altoparlanti. Vivere della letteratura è, per un poeta, impresa quasi disperata; più disperata che mai essa mi appariva in quegli anni. Inoltre i libri antichi – dei quali apprendevo per la prima volta l’esistenza – non mi offendevano come i moderni, che tutti o quasi, avevano per me il volto odioso del tempo presente.
Emanavano inoltre un senso di pace: erano come dei nobili morti. Non saprei dire se veramente li amavo o no; forse li amavo, ma in un modo particolare; come i ruffiani amano le belle donne: per venderle.
– UMBERTO SABA, Storia di una libreria, 1948 –

Umberto Saba nella sua libreria.
Umberto Saba nella sua libreria.