L'Epigrafe di Saba a Svevo

Nel 1929 la rivista “Solaria” dedicò a Svevo, dopo la sua morte, un importante fascicolo monografico: Omaggio a Italo Svevo, («Solaria», IV, 3-4) con scritti di vari autori fra i quali Crémieux, Debenedetti, Gadda, Goll, Joyce, Larbaud, Lodovici, Montale, Palazzeschi, Stuparich. Il direttore della rivista, Alberto Carocci, chiese anche a Saba di partecipare al numero speciale con un suo contributo. Saba compose un Epigrafe, nella quale riassunse, come in un’istantanea, l’intera vita e la fortuna tardiva – “il tramonto d’oro” – di Svevo.

Saba, Progetto per un’epigrafe di Italo Svevo, 1928

ITALO SVEVO
(ETTORE SCHMITZ)
20 DICEMBRE 1861 – 13 SETTEMBRE 1928
FORTUNA
GLI FU QUANTO PUO’ ESSERE AD UOMO
SECONDA
EGLI EBBE
GLI STUDI E LA TRANQUILITA’ PER L’INFANZIA
PER LA GIOVINEZZA LA SPERANZA E L’AMORE
L’AMORE E LA RICCHEZZA PER LA MATURITA’ OPEROSA
E IN VECCHIEZZA LA GLORIA
EGLI FECE
PROSPERARE UN’UTILE VASTA DIFFICLE COMPLICATA
INDUSTRIA.
DALLA COSCIENZA SUA DELLA SUA RAZZA
E DALL’AMBIENTE CHE LO CIRCONDAVA IGNARO
EGLI TRASSE
LA MATERIA DI TRE ROMANZI ED UNA
DOLCE FIORITA DI FAVOLE
LUNGA NOVELLA.
EGLI VISSE
DEI SUOI ULTIMI ANNI I MILLE E UN GIORNI
COME IN UN SOGNO, COME IN UN TRAMONTO
D’ORO

Nell’Epigrafe Saba accenna agli scritti di Svevo, che sono i tre romanzi, ma non solo. Parla anche della “dolce fiorita di favole lunga novella”, riferendosi alla novella Una burla riuscita scritta da Svevo nel 1925, nella quale le vicende del protagonista Mario Samigli sono accompagnate da numerose favole che hanno come protagonisti gli animali, fra i quali i passeri e altri volatili. E’ un richiamo diretto alla raccolta poetica Uccelli che Saba pubblica nel 1950. La novella e le favole di Svevo sicuramente furono, fra tutti gli scritti sveviani, le narrazioni che più piacquero al poeta, perchè più affini alla propria sensibilità poetica.