Il Diario per la fidanzata

Ettore Schmitz e Livia Veneziani si fidanzarono il 20 dicembre 1895: tre giorni dopo lei gli regalò un Kalendarbuch, ricevuto per il suo ventunesimo compleanno da una compagna di collegio, con romantici versi in lingua tedesca in caratteri gotici e decorato con motivi floreali. A Ettore fu chiesto di trasformarlo in un Diario per la fidanzata nel quale scrivere i suoi pensieri di innamorato.

 

Copertina del Diario per la fidanzata, [Trieste] - Museo Sveviano

Svevo ne fa palestra di scrittura su due temi esistenziali e narrativi, il proposito di non fumare più e la bionda, onesta salute di Livia: lo scrittore vuole porre una distanza con il suo “sozzo passato e dimostrare di essere degno di iniziare una nuova vita, sana, con la futura moglie. Svevo fa riferimento al suo passato di giovane scapolo impenitente che conduceva una vita da bohemién e alla sua relazione con Giuseppina Zergol, una ragazza di estrazione popolare che frequentò tra il 1893 e 1894 e che ispirò il personaggio di Angiolina in Senilità.

Come siamo fatti noi uomini! Io ho dietro di me un sozzo passato che mi ruinò la vita e l’intelligenza e di cui mi vanto con te lieto quando vedo passare nel velluto dei tuoi occhi un lampo di gelosia. Tu invece hai un passato puro, trasparente, come l’acqua di certi laghi di montagna. Eppure ogni piccola tua inclinazione, ogni pensiero che passò per la tua testina di fanciulla romantica mi desta la più dolorosa gelosia. Non mi curerò delle tante orribili rane? Adesso per non affliggerti ti telefonai ch’ero sereno! Invece da ieri a sera mi risuona continua nell’orecchio la tua dichiarazione ch’eri andata a quel ballo credendo di trovarci la felicità della tua vita! E come lo dichiarasti con convinzione e con tristezza.
– Diario per la fidanzata, 1962 –

 
Livia Veneziani da fidanzata. 1895 ca. [Trieste], albumina – Museo Sveviano SV F 071 – 071/1
Italo Svevo da findanzato. 1895 ca. [Trieste], albumina - Museo Sveviano SV F 162

Livia viene definita con diversi vezzeggiativi nel Diario. E’ la dolce bionda, l’unica sua grande speranza di vera, solida felicità; un bonbon che ha il potere di sanare i suoi denti marci; un angelo, di fronte al quale lui si sente troppo vecchio e impuro:

[6 Marzo] 6 März
Livia Veneziani nata per Schmitz,
È bionda non v’è dubbio ma però ad onta della faccia bianca e degli occhi verdi si potrebbe credere ch’ella avrebbe sopportato benissimo di nascere bruna e non per ciò sarebbe stata meno Livia né meno nata per Schmitz. Donde tutti quei capelli che non parvero destinati a quella testina fine? Talvolta tutta la personcina ne è squilibrata come una pagoda. Donde quella voce di contralto? Bassa, profonda, minacciosa, resta mite e buona tanto spesso e non si capisce come. È armoniosa ma non accanto al colorito della faccia e dei capelli. Oh! tanto bionda nei sentimenti cara Livia!
– Diario per la fidanzata, 1962 –

Poesia in prosaccia
La mia sposa è un bombon ed io spero che mangiandolo i miei denti marci risaneranno. La mia sposa è un fiore e il mio egoismo lo circonderà in modo che il suo olezzo non sarà destinato che al solo mio naso. La mia sposa è un frutto maturo che madre natura mi gettò in grembo e là stia. Tutte le parti che i miei denti e il mio vecchio stomaco non sapranno apprezzare, resteranno là inaccolte, create invano, la mia dannazione, perché io starò là in guardia, soffrendo e facendo soffrire. La mia sposa non sa ancora d’essere tanto mia ed io glielo apprenderò nei lunghi anni che seguiranno; ella ancora non sa come io saprò invigilare anche i suoi pensieri oltre che i suoi passi. M’ami o non m’ami io la terrò per soffrire e per farla soffrire.
– Diario per la fidanzata, 1962 –

[13 Febbraio] 13 Februar
ore 4 – 7 m. pom.
Poco fa al telefono ti sentii raffreddata, oh! non di raffreddore ma di freddezza. Pecora! Come hai torto. Io son qui pieno di rimorsi per le poche parole che ti dissi dinanzi ai terzi, delle quali parole però ogni singola era una dichiarazione d’amore e tu mi tieni rancore! Una delle persone presenti a quella scena mi disse che tu sei un angelo, che io sono troppo vecchio e che va da sé che tu non possa neppur comprendere le mie esigenze!!
In grazia a quella baruffa col tuo consenso fumai per l’ultima volta e non se ne parli più.
– Diario per la fidanzata, 1962 –

ITALO SVEVO, Pagina del Diario per la fidanzata, [Trieste], Museo Sveviano
ITALO SVEVO, Pagina del Diario per la fidanzata, [Trieste], Museo Sveviano

Nel Diario Svevo si lamenta spesso della “macchina infernale”, il telefono, che rende fredde e impersonali le conversazioni con Livia. Il telefono, come l’automobile, la macchina da scrivere, il treno sono creazioni della modernità che lo affascinano, ma di cui allo stesso tempo ha grande timore e che egli definisce come “ordigni” a volte mostruosi, perché interferiscono con la naturalezza della vita umana.

 

11 Gennaio

Cesserò di parlarti per telefono. Ne resto sempre male. Io ho accanto qualche impiegato e devo dirti parole tanto fredde che l’impiegato non deve neppur comprendere ch’io parli con una donna. Tu poi sei tanto naturalmente fredda, mostra d’inglesina stanca di vivere, che se non ti sono accanto a disturbarti e turbarti è ben difficile che tu ti accalorisca. Perciò me ne vado dal telefono freddo, freddo e seccato. Accidenti! Quella macchina non mi trasmette che notizie e accenti secchi e freddi di cui non so che farmene. Per te il telefono è un sostituto del telegrafo, per me ha da sostituire addirittura il contatto, il bacio!
– Diario per la fidanzata, 1962 –

Svevo scriverà sul Diario fino al 2 settembre 1896:

2 Settembre 1896 ore 10 ant. 7 M März
Strano! Sono sposato da 1 m. e più e mi ritrovo identico con tutti i miei vizi. Ma fino a questo punto e non più oltre!
Caro bombon! Quante cose sono già passate fra noi e ognuna – il mio destino e il tuo carattere lo vollero – non fecero che aumentare il mio affetto! Aumenti sempre così! Forse potrai condurmi fino alla virtù del pensiero! Io – te lo prometto – t’aiuterò!
– Diario per la fidanzata, 1962 –

Video del Diario per la fidanzata realizzato per la mostra “US Ultima sigaretta, Italo Svevo e il buon proposito”