Italo Svevo in biblioteca Attilio Hortis

Registro dei Frequentatori della Civica Biblioteca di Trieste 1978. La richiesta di consultazione delle Sämtliche Dramatische Werke di Shakespeare curata da Schlegel e Tieck da parte di Ettore Schmitz (7 dicembre 1878). Trieste – Biblioteca Civica “Hortis”.
Registro dei Frequentatori della Civica Biblioteca di Trieste 1978. La richiesta di consultazione delle Sämtliche Dramatische Werke di Shakespeare curata da Schlegel e Tieck da parte di Ettore Schmitz (7 dicembre 1878). Trieste – Biblioteca Civica “Hortis”.

Italo Svevo era un assiduo frequentatore della Biblioteca Civica, alla quale si recava la sera dopo il lavoro presso la  Banca Union.

Come scrive Svevo nel suo Profilo Autobiografico:

La vita d’Italo Svevo alla Banca è descritta accuratamente in una parte del suo primo romanzo Una Vita. Quella parte è veramente autobiografica. Ed anche le due ore serali di ogni giorno passate alla Biblioteca Civica vi sono descritte. Si trattava finalmente di conquistarsi un po’ di cultura italiana. Per varii anni passò quelle ore con Machiavelli, Guicciardini e Boccaccio. Poi fu introdotto nei suoi studi un qualche ordine dalla conoscenza delle opere di Francesco De Sanctis. Ed intanto anche i contemporanei ebbero grande influenza su lui: il Carducci specialmente. Forse per l’influenza del Carducci – e se ne dichiarò amaramente pentito – non amò in quell’epoca, quando si sentiva abbastanza giovanile per apprendere ancora, il Manzoni. Ma anche la passione per il romanzo francese non gliene lasciò il tempo. Una Vita è certamente influenzato dai veristi francesi. Lesse molto Flaubert, Daudet e Zola, ma conobbe molto di Balzac e qualche cosa di Stendhal. Nelle sue letture disordinate si fermò lungamente al Renan. Però il suo autore preferito divenne presto lo Schopenhauer, e forse fu al grande filosofo che si deve il pseudonimo di Italo Svevo che per la prima volta apparve sulla copertina di Una vita. Alfonso, il protagonista del romanzo, doveva essere proprio la personificazione dell’affermazione schopenhaueriana della vita tanto vicina alla sua negazione. Da ciò forse la conclusione del romanzo secca e rude come il membro di un sillogismo.
Profilo autobiografico, 1929 –

Palazzo della Biblioteca Civica “Attilio Hortis” 1970 ca. [Trieste] – gelatina – Museo Sveviano SV F 134

La Biblioteca civica di Trieste, che conserva le memorie storiche della città, è  intitolata ad Attilio Hortis (1850 – 1926), storico e filologo, che ne fu direttore per cinquant’anni. La Pubblica Biblioteca Arcadica Triestina, nata nel 1793, fu donata al Comune nel 1796. Dal 1820 fu ospitata nel palazzo Maurizio-Biserini di piazza Lipsia (oggi piazza Hortis) assieme all’Accademia di commercio e nautica. La sede della Biblioteca Civica è attualmente in Via Madonna del Mare 13.