Nel 1919 Svevo pubblica nel quotidiano “La Nazione” una satira, in una serie di articoli, dedicata a quello che definisce “il più lento tramway del mondo”: il Tramway di Servola. La linea fu notevolmente migliorata in seguito agli articoli di Svevo.
Noi del Tramway di Servola abbiamo tutti un aspetto mite di bestie pazienti e bastonate e ciò precisamente perché apparteniamo al Tramway di Servola. Non a questo aspetto soltanto ci conosciamo noi del Tramway di Servola, ma ci conosciamo tutti per nome, cognome e famiglia, da lunghi anni, perché giornalmente ci troviamo insieme nei vari punti della città ad aspettare il Tramway di Servola cui noi apparteniamo. Perciò fra noi del Tramway di Servola [sono] numerosissimi i matrimoni e bisognerebbe presto abolire il Tramway di Servola, perché altrimenti, con danno della razza, avverranno presto dei matrimoni fra consanguinei…E quando moriamo noi del Tramway di Servola abbiamo la grande sorpresa di andar via all’ora precisa perché è la prima volta in nostra vita che del nostro trasporto non è stato incaricato il Tramway di Servola. Poi facendo il bilancio della nostra vita troviamo che metà della stessa è stata impiegata per aspettare il Tramway di Servola e l’altra metà per augurare al Tramway di Servola di andare sulle sue rotaie a quell’altro paese.
– Noi del tramway di Servola, in “La Nazione”, 23 agosto 1919 –
Italo Svevo prendeva il tram per raggiungere l’abitazione di Villa Veneziani vicino alla ditta a Servola, e immaginava di attrezzare i vagoni del tram della linea urbana in vagoni ristorante o vagoni letto per renderli più confortevoli agli stranieri in visita alla città. Non è escluso che si riferisse all’irlandese James Joyce che fece uso del tram per ben tre volte la settimana nel periodo in cui si recava alla villa per insegnare inglese a Svevo e alla moglie Livia.
Terza fermata…Il mare e la vista sono gli stessi che al Lloyd. Lo straniero pensa d’impiantare degli alberghi alle varie fermate. Discussione sui prezzi possibili per le nostre tasche. Il conduttore avverte che la Direzione che – come si vede – non manca di vagoni, intenda adibirne alcuni a restaurants e vagoni letto. Disillusione dello straniero che pensava di arricchire sulla linea del Tramway di Servola. Riconosce però ch’è un Tramway ideale per uno straniero che voglia conoscere a fondo il paese.
– Noi del tramway di Servola, in “La Nazione”, 10 settembre 1919 –