La "Ciaccona" di Bach e il violino di Zeno

Il violino di Italo Svevo, [Trieste], Museo Sveviano
Il violino di Italo Svevo, [Trieste], Museo Sveviano

Zeno Cosini, il protagonista della Coscienza di Zeno, come Svevo suona il violino, e come Svevo lo suona in modo mediocre.  Zeno conosce in Borsa Giovanni Malfenti, furbo commerciante, che gli diviene subito amico e lo invita a frequentare la sua casa e conoscere la sua famiglia. Giovanni ha una moglie e quattro figlie: Ada, la più bella, Alberta, la più giovane fra le tre da marito, Augusta, la più brutta perchè strabica, e Anna una bimba.

Zeno diviene abituale frequentatore del loro salotto e le “diletta” con il suo violino. Purtroppo solo Ada, di cui si innamora, non sembra apprezzare la sua presenza. Inizia a corteggiare la ragazza, ma tutto si complica quando entra in scena un rivale, Guido Speier, giovane bello elegante, che sa suonare il violino divinamente. Una sera Guido è invitato in casa Malfenti e suona la Chaconne di Bach:

Chaconne für Violine solo / von Joh. Seb. Bach ; Collezioni del Civico Museo Teatrale Schmidl, Trieste collocazione CMT PAVOVICH MUS.294 inventario T35409
Chaconne für Violine solo / von Joh. Seb. Bach ; Collezioni del Civico Museo Teatrale Schmidl, Trieste collocazione CMT PAVOVICH MUS.294 inventario T35409

A un dato momento Guido domandò il violino. Faceva a meno per quella sera dell’accompagnamento del piano, eseguendo la Chaconne. Ada gli porse il violino con un sorriso di ringraziamento. Egli non la guardò, ma guardò il violino come se avesse voluto segregarsi seco e con l’ispirazione. Poi si mise in mezzo al salotto volgendo la schiena a buona parte della piccola società, toccò lievemente le corde con l’arco per accordarle e fece anche qualche arpeggio. S’interruppe per dire con un sorriso:
– Un bel coraggio il mio, quando si pensi che non ho toccato il violino dall’ultima volta in cui suonai qui! 

Ciarlatano! Egli volgeva le spalle anche ad Ada. Io la guardai ansiosamente per vedere se essa ne soffrisse. Non pareva! Aveva poggiato il gomito su un tavolino e il mento sulla mano raccogliendosi per ascoltare.
Poi, contro di me, si mise il grande Bach in persona. Giammai, né prima né poi, arrivai a sentire a quel modo la bellezza di quella musica nata su quelle quattro corde come un angelo di Michelangelo in un blocco di marmo. Solo il mio stato d’animo era nuovo per me e fu desso che m’indusse a guardare estatico in su, come a cosa novissima. Eppure io lottavo per tenere quella musica lontana da me. Mai cessai di pensare: “Bada! Il violino è una sirena e si può far piangere con esso anche senz’avere il cuore di un eroe!”. Fui assaltato da quella musica che mi prese….Guido cessò di suonare sapientemente. Nessuno plaudí fuori di Giovanni, e per qualche istante nessuno parlò. Poi, purtroppo, sentii io il bisogno di parlare. Come osai di farlo davanti a gente che il mio violino conosceva? Pareva parlasse il mio violino che invano anelava alla musica e biasimasse l’altro sul quale – non si poteva negarlo – la musica era divenuta vita, luce ed aria.
– Benissimo! – dissi e aveva tutto il suono di una concessione piú che di un applauso. – Ma però non capisco perché, verso la chiusa, abbiate voluto scandere quelle note che il Bach segnò legate. Io conoscevo la Chaconne nota per nota. C’era stata un’epoca in cui avevo creduto che, per progredire, avrei dovuto affrontare di simili imprese e per lunghi mesi passai il tempo a compitare battuta per battuta alcune composizioni del Bach. Sentii che in tutto il salotto non v’era per me che biasimo e derisione. Eppure parlai ancora lottando contro quell’ostilità.
– Bach – aggiunsi – è tanto modesto nei suoi mezzi che non ammette un arco fatturato a quel modo. Io avevo probabilmente ragione, ma era anche certo ch’io non avrei neppur saputo fatturare l’arco a quel modo.
Guido fu subito altrettanto spropositato quanto lo ero stato io. Dichiarò:
– Forse Bach non conosceva la possibilità di quell’espressione. Gliela regalo io!
Egli montava sulle spalle di Bach, ma in quell’ambiente nessuno protestò mentre mi si aveva deriso perché io avevo tentato di montare soltanto sulle sue.
La coscienza di Zeno, 1923 –

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Se vuoi ascoltare la Chaconne di Bach eseguita dal maestro Cristiano Rossi sul violino originale di Italo Svevo :

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